Il futuro è green!
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Negli ultimi anni e ancor più in quello passato, vi è stato un boom di richieste di impiego nel settore delle energie rinnovabili, con una specifica ricerca di figure come:
- Bioingegnere
- Programmatore agricolo
- Chimico tessile
- Risk manager ambientale
Queste sono solo alcune delle nuove professioni che avranno un ruolo da protagonista nel periodo successivo alla pandemia.
Fonti ministeriali e dei centri d’impiego, indicano che nel giro di soli due anni, la richiesta verrà come minimo triplicata, arrivando a 480.000 esperti green.
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Il mercato del GREEN
I lavori che si andranno a richiedere o a formare nei prossimi anni, saranno sempre più legati alla green economy.
Si ipotizza che l’occupazione nel settore green andrà a ricoprire il 20% della domanda totale entro i prossimi tre anni.
Questo vuol dire che in pratica, per ogni 5 nuovi posti di lavoro creati in Italia uno sarà nelle aziende ecosostenibili.
Questo boom previsto, se riscontrato nella realtà, consentirebbe non solo di accelerare la tabella di marcia del Green Deal, ma anche di ridurre in parte la disoccupazione giovanile, visto che i giovani, sarebbero quelli più propensi, soprattutto in termine di formazione, a poter aspirare e conseguire queste nuove professioni.
Tutto questo è possibile anche grazie agli investimenti del Recovery Fund, che darà sicuramente un forte e deciso sostegno all’interesse crescente dei settori privati
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Quali sono le professioni GREEN più richieste?
Qui di seguito, riportiamo quelle che secondo fonti ufficiali, saranno i 10 green jobs più richiesti in Italia.
Energy Manager: responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia. In Italia questa figura professionale esiste dagli anni ’80, ma negli ultimi anni ha acquisito sempre più importanza
Certificatore Energetico: responsabile delle valutazioni e delle certificazioni delle prestazioni energetiche degli edifici
Green Designer: progettista per produzione seriale specializzato in ergonomia, sicurezza e design innovativo (in pratica la variante green del Product Designer)
Chimico ambientale: ricercatore di materiali alternativi e biocompatibili, oltre che gestore dello smaltimento dei rifiuti industriali
Progettista di impianti fotovoltaici
Progettista di impianti eolici
Installatore di smart grids e reti ad alta efficienza
Valutatore di impatto ambientale: professionista col compito di valutare e individuare gli effetti che un’opera avrà sull’ambiente prima ancora della sua realizzazione
Eco Avvocato: legali esperti su leggi finalizzate alla tutela ambientale e al risparmio energetico
Esperto in BioArchitettura: architetti esperti in progettazioni finalizzate al risparmio e all’autosufficienza energetica
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Green Deal, indica degli obiettivi importanti e ambiziosi per il nostro futuro e qui di seguito, vogliamo riportare alcuni cenni storici.
A giugno del 2019, il Consiglio Europeo ha chiesto alla Commissione di realizzare un piano d’azione che fosse in linea con gli accordi di Parigi. L’11 dicembre dello stesso anno è stato presentato il Green Deal.
Il Green Deal è il piano d’azione previsto per rendere l’UE sostenibile e fondata su un’economia moderna. L’obiettivo principale rimane la neutralità climatica dell’Europa entro il 2050 tramite la decarbonizzazione.
La decarbonizzazione però non riguarda solo la produzione dell’energia, ma anche molti altri settori tra cui edilizia, trasporti e cibo. Un obiettivo di tali dimensioni richiede una trasformazione non solo dell’economia ma anche della società.
Per le ragioni sopra riportate, l’economia europea nei prossimi anni dovrà intervenire in modo deciso su più fronti al fine di conseguire i suoi obiettivi.
Le azioni principali per far si che quanto indicato nel Green Deal si concretizzino, sono:
- Promuovere un’economia circolare
- Investire in tecnologie rispettose per l’ambiente
- Investire nell’innovazione tecnologica
Il 16 settembre 2020 la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che il 37% del Recovery Found sarà e dovrà essere destinato al Green Deal e questa affermazione, in un momento storico come quello che tutti stiamo vivendo a causa della pandemia da Covid-19, fa ben capire quanto il nostro continente e la sua governance, credano che questa sia la strada giusta per un mondo migliore e giusto, per tutti.
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La chiave per un futuro sostenibile, passa sicuramente da un economia circolare.
Oggi produciamo molti più prodotti di quanto necessitiamo: quest’anno l’Overshoot day è avvenuto il 2 Agosto, 6 giorni in anticipo rispetto al 2016 e questo ci fa ben capire che dobbiamo invertire la rotta, perché il nostro pianeta non è più in grado di soddisfare la nostra smania di consumismo.
Per affrontare questo problema, occorre un modello di produzione e consumo che implichi condivisione, riutilizzo, riciclo e riparazione di prodotti, visto che così facendo si aumenta il ciclo di vita dei prodotti e si riducono i rifiuti al minimo. Su questo principio si basa l’economia circolare, in netta opposizione al modello economico tradizionale, globalista ed espansionista, che erode risorse che sono limitate, senza porsi la domanda in merito a dove ci porterà.
Il 2 dicembre 2015 la Commissione europea ha adottato un ambizioso pacchetto per contribuire ad accelerare la transizione dell’Europa verso un’economia circolare. Il piano d’azione definisce 54 misure per “chiudere il cerchio” del ciclo di vita dei prodotti: dalla produzione e dal consumo fino alla gestione dei rifiuti e al mercato delle materie prime secondarie.
Le norme puntano ad avere un effetto concreto, con un crescendo progressivo, anno dopo anno, sulla qualità di vita dei cittadini europei, prevenendo anche danni causati dall’inquinamento dell’aria, dell’acqua e della terra.
L’economia circolare deve permettere al cittadino di comprendere che un corretto ed attento uso dei beni di consumo, permette di renderli “immortali”, sia in una logica di riutilizzo che in una logica di riciclo.